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Le erbe aromatiche
di Loredana Bertolami

 

Con il termine di erbe aromatiche spesso si fa riferimento a specie sia arbustive che perenni, sempreverdi o cedue, coltivate per i profumi emanati e per i gustosi aromi forniti a prelibate pietanze. L'origine della loro utilizzazione non è del tutto nota, sicuramente dapprima vennero ricercate soprattutto per la capacità di guarire ferite o portar sollievo a frequenti disturbi, soltanto dopo si scoprì la possibilità di incrementare il piacere della tavola con il loro impiego.

Le prime notizie certe sulla loro coltivazione e sul loro consumo risalgono al 1000 a.C., ad opera degli Egiziani che servivano bevande fortemente aromatizzate alle erbe al loro Faraone, mentre preparavano unguenti, cosmetici ed olii odorosi per ricoprirne il corpo, come si decifra nei geroglifici delle pareti delle tombe o sui papiri che facevano parte del corredo funebre dei re delle prime dinastie egizie. Anche i greci facevano largo uso di erbe aromatiche come si rileva dai poemi omerici, nei quali spesso è descritta la cottura di carni di animali selvatici (cinghiali) su legni particolari o con foglie profumate, dal misterioso significato divino, al fine di attenuarne il sapore aspro.

Nel Medioevo, invece, la situazione politica era tale da costringere i ricchi castelli feudali a lunghi assedi durante i quali gli alimenti, malamente conservati, acquistavano odori e gusti certo non molto appetibili. Da qui l'uso di aglio, cipolla, menta o altre essenze dalle fragranze forti, indispensabili anche a rendere digeribili le pietanze preparate. Ma in questo periodo sicuramente i più grandi utilizzatori e quindi conoscitori delle innumerevoli proprietà di queste erbe furono i monaci, che nei loro laboratori distillavano profumi, pozioni o gradevoli elisir (liquori) la cui composizione talora è stata tramandata immutata nel tempo.

Nel Rinascimento, l'utilizzazione delle erbe aromatiche continuò grazie a famosi cuochi che accrebbero l'importanza ed il lustro di numerose casate nobiliari inventando squisiti piatti con erbe odorose. In questo stesso periodo la coltivazione delle erbe aromatiche acquistò anche un valore estetico, poiché vennero creati complessi giardini dove le dame si ritiravano a passeggiare o ad attendere galanti cavalieri. Nella cucina attuale non hanno più il significato di correttivo di spiacevoli sapori, acquistando spesso quello di elemento caratterizzante una determinata cucina regionale o nazionale: il rosmarino è utilizzato in Provenza, il basilico in Italia e la maggiorana in Grecia. Le erbe aromatiche sono essenze adatte alla coltivazione in balcone, poiché non richiedono molta terra, 10 cm per il timo e l'erba cipollina, 16 cm per la salvia e il rosmarino, ma sono esigenti per la luce, richiedendo la maggior parte un'esposizione soleggiata e un terriccio neutro ben drenato, anche se diverse sono le erbe che crescono a mezzombra, come l'angelica e il cerfoglio.

Superfluo elencarle, mentre ci sembra doveroso puntualizzare la loro importanza ornamentale anche in un balcone. Preparare splendide composizioni di aromatiche non è difficile, infatti, ricordando di utilizzare piante che possano dare un senso di altezza all'insieme, come l'uso di piante di finocchio (Foeniculum vulgare), mentre al piede si potranno impiegare essenze ricadenti come il rosmarino prostrato (Rosmarinus corsicus 'Prostratus'), con l'aggiunta di annuali, crochi, Chionodoxa e scille accanto a salvie, o viole del pensiero accanto all'erba cipollina.

Seduti su una comoda sdraio del balconi respirate i soavi profumi emanati dalle erbe aromatiche piantate, e lasciatevi trasportare sulle ali della fantasia o dei ricordi prima che l'estate finisca.

 

 

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