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I frangivento
di Loredana Bertolami

 

Nel trattare gli effetti del vento sulle essenze si è consigliato l'uso di un frangivento che consenta un'appropriata protezione del giardino o del terrazzo, e quindi un regolare sviluppo delle specie vegetali presenti. L'azione del frangivento consiste nello smorzare l'energia cinetica del vento che viene deviato dalla sua direzione di marcia: una porzione del vento viene spezzata e ridotta in velocità nell'attraversare il frangivento, mentre un'altra scavalca l'ostacolo proseguendo nel suo cammino con forza ridotta.

Generalmente si pensa di proteggere il proprio giardino con l'uso di un alto muro delimitante l'area a verde, ma purtroppo la funzione di frangere la massa d'aria in movimento non viene in tal caso assolta egregiamente, poichè il muro come elemento rigido ed impenetrabile devia il vento verso l'alto formando un violento turbine subito dopo aver superato l'ostacolo. I migliori frangivento, anche se sembra un controsenso, sono formati proprio da piantagioni di arbusti o alberi disposti a fasce parallele, o a formare una rete a maglie intrecciate. Le erbacee sono utilizzate raramente solo nel caso in cui occorra difendere coltivazioni di bassa statura. Naturalmente è sottinteso l'uso in un primo tempo di cannicciati protettivi, che saranno tolti dopo che le essenze avranno raggiunto il pieno vigore.

I vantaggi apportati sono evidenti: eliminano numerosi effetti dannosi quali la deformazione della chioma, l'allettamento, le bruciature prodotte dal sale marino (se sono specie resistenti), l'eccessiva evaporazione e traspirazione dell'apparato fogliare, e non da ultimo creano migliori microclimi. Tuttavia possono arrecare anche qualche svantaggio come la competizione a livello radicale e un aumento sia del rischio delle gelate tardive, sia dell'ombreggiamento di una parte del giardino, soprattutto se i filari sono orientati ad est-ovest.

L'efficacia di un frangivento dipende prevalentemente dalla sua altezza e dalla sua densità. L'altezza è determinante per la riduzione della velocità del vento e conseguente difesa di un'area di maggior ampiezza; per esempio, un frangivento di 10 metri protegge una zona di 150-200 metri, quindi con un rapporto pari a 15-20 volte l'altezza del frangivento. Invece la densità non deve mai essere elevata, poiché in caso contrario il frangivento si comporterebbero come un rigido muro, determinando uno scavalcamento violento ed irruenti turbolenze. Per esempio una zona formata da un filare di cipressi piramidali piantati vicini, produrrebbe una diminuzione della fascia sottovento protetta: una densità ottimale deve presentare il 30-40% di aperture della massa.

Lo spessore non influisce molto sulla sua efficacia, mentre incidono la disposizione, la mole e la forma delle specie utilizzate, caratteri che nell'insieme formano la struttura del frangivento. La struttura migliore è formata da alberi o arbusti disposti in una serie di file progressivamente crescenti nella parte sopravvento e decrescenti in altezza nella parte sottovento. Le essenze utilizzate come frangivento sono prevalentemente sempreverdi, che possono proteggere la zona battuta dal vento in qualsiasi stagione, ma non è escluso l'impiego di caducifoglie purché mantengano sui rami le foglie secche (carpino bianco, quercia). Gli esemplari, a rapida crescita e rustici, devono possedere rami capaci di flettersi senza rompersi e resistenti alla salsedine, se a difesa di giardini litorali. L'apparato radicale possente non deve espandersi troppo per non entrare in competizione con le piante poste sottovento che arredano la zona a verde. Le specie utilizzate sono diverse come l'Eucaliptus, il cipresso dell'Arizona a rapido accrescimento, la Thuya, il Chamaecyparis. Nelle regioni settentrionali si fa uso del cedro, mentre tra le caducifoglie sono preferite l'olmo siberiano, il pioppo, l'ontano e il platano.

 

 

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