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La rugiada del mare:
il rosmarino

di Loredana Bertolami

 

Il suo nome latino rosmarinus lo avvicina al mare, secondo alcuni studiosi la prima parte del nome deriverebbe da ros (rugiada), o da rosa (rosa), o ancora da rhus (arbusto), mentre la seconda parte da maris (mare), in un caso o nell’altro rugiada, rosa o arbusto sembra appartenere al mare, forse per quel suo fiore azzurro che ricorda il colore delle acque marine.

Il rosmarino è un arbusto sempreverde originario delle regioni mediterranee, caratterizzato da foglie molto profumate, che strofinate ricordano l’aroma dell’incenso. In natura può raggiungere un’altezza ed un diametro fino a tre metri, presentando foglie persistenti, strette e lineari, verde scuro sulla pagina superiore e biancastre su quella inferiore. I fiori bilabiati, riuniti in gruppi e di colore celeste sbocciano già a febbraio e continuano a fiorire fino all’arrivo dell’autunno.

E’ pianta che ama il pieno sole anche se spesso, coltivato in vicinanza delle residenze, prospera anche a mezz'ombra, poiché capace di resistere alle basse temperature se l'umidità non è eccessiva. In generale è un’essenza adatta a crescere in clima caldo con siccità prolungata, ma debitamente riparato può sopravvivere anche al freddo. La sua coltivazione è semplice sia in piena terra, sia in vaso utilizzando terreno sciolto ben drenato, senza grandi esigenze di pH; in giardino spesso forma basse siepi, realizzate grazie all’elevata resistenza mostrata alla potatura.

Il genere Rosmarinus è composto da due specie il R officinalis, utilizzato in cucina e il R. eriocolyx, a portamento prostrato, specie più delicata della prima e non coltivata. Numerose sono però le varietà che si differenziano per le foglie, come l’Angustifolia e la Latifolius, con foglie rispettivamente più strette e più larghe di quelle tipiche della specie; diversamente per il portamento esistono varietà con fusto prostrato, eretto o piramidale fortemente ramificato (Prostratus, Erectus, Pyramidalis), mentre per la colorazione dei fiori l’Albiflorus, ne presenta di bianchi o azzurri.

Le sue qualità balsamiche sono note da tempi remoti, quando contro le distorsioni ed i dolori reumatici si usava il Balsamo nervino od Unguento nervino, composto da una mescolanza d’olio di papavero, midollo di bue, burro di noce moscata, olio di girasole, canfora ed olio di rosmarino. I suoi poteri terapeutici sono ancor oggi noti, per questo il rosmarino è utilizzato in erboristeria per la sua triplice azione quale spasmolitico, utile nei dolori intestinali, nei sensi di vomito e nelle crisi d’asma; quale tonico del fegato (colagogo) e di tutto l’organismo ed ad azione antiossidante, ad effetto a lungo termine, capace di ritardare l’invecchiamento ed il logorio degli anni.

Presente nel linguaggio dei fiori, è immagine di un cuore gioioso, se donato alla donna amata vuol dire "sono felice quando ti vedo"; simbolo di sincerità era donato nel giorno delle nozze quale buon auspicio, per questo in un’antica tradizione inglese si soleva donare al pastore officiante una tazza di birra, una candela ed un mazzo di rosmarino avvolto da fili di seta. Questa pianta aromatica ha rappresentato anche l’immortalità, tant’è che gli Egizi ponevano un rametto di rosmarino in mano ai defunti per facilitarne il viaggio nell’oltretomba; mentre più tardi nell’Europa settentrionale si usava comporre con alloro, mirto e rosmarino le corone per i morti.

Il rosmarino non poteva mancare anche nelle più antiche credenze magiche, nel Medioevo il legno serviva per fabbricare scatole, con funzione di amuleti, ed altri oggetti come cucchiai capaci di evitare avvelenamenti, o pettini che avrebbero impedito la calvizie.

Forse più interessante è il suo uso in cucina e si ricorda in particolare che un tempo si preparava una conserva di fiori di rosmarino, la cui ricetta così recitava: "Piglia di fiori di rosmarino libbre una, zucchero libre tre. Si cuoce lo zucchero e si lascia raffreddare, e poi vi si meschiano li fiori sani, e si fanno cuocere poco, perché così facendo resta il loro colore nativo. Conforta il cerebro humido, giova al cuore e corrobora le membra nervose".

Non sono sicura su queste ultime proprietà, ma certamente è molto apprezzabile l’aroma che dona agli arrosti di carne e, penso sarete d’accordo con me, se serve anche al resto è ancora meglio.

 

 

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