Il colore del fogliame
di Loredana Bertolami

Si pensa sempre che in un giardino il massimo della bellezza sia dato soltanto dalla fioritura delle essenze, senza considerare che a dare loro evidenza è in buona parte la decorazione di fondo rappresentata dal fogliame, che mette in rilievo anche i colori e le tessiture delle cortecce e dei rami, o i verdi compatti dei prati. Per questo quando si concepisce un giardino è necessario considerare l’uso di essenze preziose per le foglie, in modo da raggiungere il massimo, inventando composizioni armoniose.

Non stiamo parlando certamente di un giardino "tutto di solo foglie", o di solo colore verde, sicuramente raffinato, ma anche un poco statico, ma di un giardino in cui il colore del fogliame mostri una personalità spiccata, e prolungata nell'arco delle stagioni, anche in inverno.

Molte sono le specie vegetali che si sono adattate nel corso degli ultimi cento milioni di anni alle più eterogenee condizioni ambientali, sviluppando per questo foglie che per certi aspetti possono sembrare molto più ornamentali di altre. Talvolta, però, un’essenza sembra più decorativa di un’altra soltanto per la percezione visiva e i canoni estetici che stimola individualmente, che variano in altre parole da un uomo ad un altro, da una cultura all'altra. A noi, abitanti del caldo sud, per esempio, un’agave dalle foglie succulente e lineari non fa un grande effetto così abituati a vederle nei giardini, mentre per un inglese, o un norvegese, deve apparire tanto singolare quanto inavvicinabile. A parte questi aspetti estremi, resta indiscutibile il ruolo che il fogliame occupa nella composizione del giardino.

Le foglie sono distinguibili per molti caratteri come le trame, le dimensioni, le forme e il colore, che permettono di valorizzare ogni angolo del giardino. Per esempio le foglie chiare o variopinte valorizzano le zone meno luminose, le tonalità porpora e scure sono appropriate negli angoli più soleggiati, mentre si possono ottenere contrasti piacevoli associando fogliame grigio e verde scuro.

In particolare l’uso di arbusti a fogliame colorato, dorati, argentati, variegati, rossi e porpora, dà rilievo alle macchie monocrome, interrompendo la monotonia e creando un elemento di sorpresa, un punto focale nel panorama. La sua scelta, tuttavia, dev’essere ragionata, ed occorre servirsene con una certa parsimonia, dato che i toni intensi non passano inosservati: le piante a fogliame colorato devono essere utilizzate a piccole dosi per illuminare la dolcezza dei verdi.

Gli arbusti colorati vanno sistemati in contrasto con altri, raramente isolati, perché hanno bisogno di uno sfondo per essere esaltati, senza dimenticare che molti mostrano anche sfavillanti fioriture che devono essere introdotte ed armonizzate con il resto della composizione.

In natura i colori delle foglie sono diversi, i bianchi, i grigi, i toni azzurri e argentati non mancano, anche se in realtà sono soltanto una difesa che le foglie applicano per vivere in ambienti sfavorevoli. In alcuni casi, infatti, l'effetto ottico del bianco è solo un mascheramento della clorofilla, presente e responsabile dello svolgimento del processo fotosintetico delle foglie: il bianco è un artificio necessario contro l'eccessiva insolazione, dovuto alla fitta peluria chiara che serve altresì a limitare la traspirazione delle foglie nei climi caldi e a difenderle dal freddo in montagna.

La scelta di vegetali con foglie degne di attenzione è ampia, una ricca tavolozza di colori gradevoli è fornita dalla natura: i toni rossi e porpora dei Cotinus e dei Prunus, il bianco crema e il colore dorato dell’Euonymus, o il fresco rosa dell'Actinidia kolomikta e di certi aceri i cui germogli sono rosa intenso, quali l’Acer negundo "Flamingo", il cui nome in inglese significa fenicottero, facendo riferimento alla sua rosea livrea.

Per molti paesaggisti la scelta delle essenze da fogliame colorato è un poco come dipingere, cerchiamo però di non esagerare con il colore, potremmo ottenere un impiastro poco piacevole.

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