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L'acqua
e l'irrigazione
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L'acqua e l'irrigazione delle piante sono sicuramente un argomento problematico da affrontare, poiché molti sono gli aspetti e i problemi ad esso legati. Il volume e la necessità d'acqua per le singole specie è enormemente variabile, per definirli al meglio si fa uso delle indicazioni fornite da libri specifici, che spiegano quando sono necessarie più frequenti annaffiature o quali piante non soffrono se si dimentica completamente d'irrigare. L'acqua è vitale per tutte le specie essendo l'unico veicolo essenziale per la mobilitazione e il trasporto degli elementi nutritivi presenti nel terreno, elementi che assorbiti dalle radici circolano nei condotti linfatici permettendo lo svolgimento delle regolari funzioni vitali: accrescimento, produzione di foglie, di fiori, di frutti e di semi. Tutte le piante nelle prime fasi di sviluppo, dopo la semina o il radicamento di talee, come anche nel periodo seguente alla messa a dimora o al trapianto necessitano di una riserva idrica costante. L'attenta osservazione delle caratteristiche anatomiche delle piante consente di comprendere le reali esigenze, a patto che si rispettino le giuste regole nella scelta della specie adatta all'esposizione e al terreno posseduto. E' chiaro che se si sono compiuti degli errori, per evitare la morte di specie anche rare, occorrerà provvedere ad annaffiature frequenti durante il periodo vegetativo. Per gli alberi, gli arbusti e le erbacee perenni, avendo un apparato radicale profondo possono da soli ricavare acqua dalle riserve idriche del terreno, adeguatamente preparato per la coltivazione. Le specie con foglie ampie, essendo soggette a forte evaporazione, esauriscono velocemente le riserve del terreno in presenza di forti insolazioni o del vento, mentre le specie che hanno foglioline minute o aghiformi e coriacee (conifere) resistono meglio ad una temporanea carenza d'acqua, così come le piante succulente che possiedono meccanismi atti a resistere alla siccità, che talora in parte desiderano. Quelle che richiedono irrigazioni giornaliere sono le specie annuali e biennali, poiché il loro apparato radicale è superficiale. La qualità dell'acqua d'irrigazione è, però, altrettanto importante poiché attraverso essa elementi inquinanti, provenienti dagli scarichi industriali, possono essere assorbiti dalle radici, che se pur capaci di poteri di difesa, in quanto non incorporano passivamente le soluzioni, non sempre permettono una crescita rigogliosa della pianta. L'acqua piovana è ideale perché priva di sali, ma la sua raccolta in ampie cisterne, è legata all'entità delle precipitazioni e alla superficie del giardino. Mentre sono da scartare l'acqua di mare, per l 'eccessiva concentrazione di sali, sopportata solo da poche specie litoranee, e le acque provenienti da stagni o da terreni paludosi, che risultano povere di ossigeno per il grande volume di sostanza organica in decomposizione contenuta. La massa d'acqua richiesta per una irrigazione razionale, indipendentemente dalle singole esigenze delle piante, va erogare tuttavia nella misura essenziale e sufficiente a sfruttare le capacità idriche del terreno, da mantenersi fresco e privo di ristagni. Se il terreno è di medio impasto non si deve eccedere nelle annaffiature né economizzarle, mentre nel caso di terreno drenante o di terreno compatto occorre annaffiare frequentemente e in quantità tali da permetterne l'assorbimento totale da parte delle radici, altrimenti si rischia di perdere o veder ristagnare l'eccesso. I sistemi d'irrigazione sono diversi ma quello "a pioggia" è sicuramente l'ideale. Esso è costituito da tubi con apposito distributore o con dispositivi statici o mobili provvisti di ugelli erogatori regolabili nella portata e nell'ampiezza del getto. Gli impianti fissi sono, inoltre, collegati a centraline per la programmazione dell'orario d'irrigazione. L'acqua è la vita per una pianta come per un uomo, non dimentichiamolo. |
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