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La
camelia
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Le specie vegetali che fioriscono in inverno sono diverse, ma poco conosciute tanto che pochi le scelgono per il loro giardino o balcone, tra queste ricordiamo la camelia (Camellia japonica), che rievoca nella mente soprattutto lopera di Giuseppe Verdi "La Traviata", a sua volta basata sul personaggio de "La Signora delle Camelie" del romanzo di Alexandre Dumas figlio. Narra la storia che "Margherita Gautier" appuntava giornalmente sullabito una camelia bianca, unico fiore che riusciva a tollerare perché non la faceva tossire, fiore che veniva sostituito cinque giorni al mese con uno di colore rosso. La fama di questa pianta nellottocento è stata certamente accresciuta dallopera citata, ma le prime notizie sulle Camelie risalgono alla fine del 1600 e si devono ad un monaco moravo gesuita, padre George Joseph Kamel esperto farmacista, che la descrisse per la prima volta dopo averla osservata crescere spontaneamente nell'isola di Luzon nelle Filippine, dove il monaco soleva recarsi per raccogliere erbe medicinali. Il nome di questa pianta, però, si deve al grande Linneo che la chiamò "Camellia" in onore del monaco gesuita Kamel, che usava firmarsi Camellus, secondo la moda latineggiante del tempo. La pianta sembra sia giunta in Gran Bretagna grazie al botanico Kaempfer che riportò di questa bellissima specie il nome giapponese di "tsubaki", ossia rosa, le cui varietà più pregiate venivano riservate ai nobili. Secondo altre fonti, il primo a introdurre la specie in Europa alla fine del settecento fu un monaco spagnolo che la coltivò nel giardino del "Buen ritiro" fino ai primi del XIX secolo quando venne portata in Francia dalla moglie di Napoleone I, Giuseppina Beauharnais, che si fece ritrarre con una camelia rosa-argento. La coltivazione delle Camelie ebbe grande sviluppo dopo lintroduzione di nuove specie provenienti dal Giappone e dalla Cina, paesi dorigine, specie che furono inviate agli Europei in un primo tempo a causa di un fraintendimento: gli Inglesi avevano richiesto ai lontani paesi Orientali delle piante di tè, e ricevettero invece arbusti di camelia che in cinese era denominata Te, parola dalla pronuncia simile a quella usata in Occidente per la bevanda. Il tè, infatti, veniva preparato con foglie di una particolare specie di camelia, la Camellia sinensis, il cui uso risale ad epoche più remote. Ottocento anni prima di Cristo il tè era consumato in Cina: le foglie, inizialmente, venivano raccolte da piante selvatiche, solo verso il seicento d. C. si cominciò a coltivare appositamente la Camellia sinensis, per la preparazione di questa gradita bevanda, che superò i confini della Cina per giungere in Giappone e nel 1610 anche in Europa, grazie alla Compagni delle Indie. La camelia, i cui fiori hanno una breve durata, è presente in natura invece con arbusti e alberi sempreverdi che possono arrivare nonostante la crescita lenta a 15 metri di altezza, e hanno una grande longevità. E un genere esigente solo per il terreno che preferisce a pH acido, molto fertile, sciolto e permeabile, per il resto si adatta a qualsiasi clima pur tenendo presente che richiede una posizione a mezzombra e al riparo dal vento. La coltivazione può essere effettuata anche su un balcone badando di piantare gli esemplari in vasi profondi almeno 50-60 cm. La fioritura è profusa da gennaio a maggio, a seconda delle specie e del clima, con produzione di fiori semplici o doppi, a forma di rosa, con petali carnosi; il colore varia dal bianco al rosso, senza dimenticare le specie a fiore screziato. Il colore dei suoi fiori, e il numero dei petali, inoltre, le attribuiscono nel linguaggio dei fiori diversi significati: il bianco è dedicato allamore materno, il rosso è indice di passione e speranza, il rosa vuol dire " ti ritrovo e non ti perderò". Per concludere, alle nostre lettrici nate sotto il segno dell'Ariete, farà piacere sapere che la camelia è stata a loro dedicata, poiché si pensa che la vicinanza di questi fiori apporti dolcezza e un senso distensivo dovuto allarmoniosa disposizione dei petali e alla loro tinta, capace anche di bilanciarne il temperamento forte e impetuoso. |
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