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Le piante e le acque meteoriche
di Loredana Bertolami

 

L’inverno quest’anno si sta rilevando rigido e piovoso, apportatore di non pochi disagi, ma per le piante è fonte vitale e per questo sono preparate ad accettarlo. La fonte d'acqua del terreno che le piante impiegano per la loro vita, infatti, giunge come idrometeora, dopo la condensazione del vapore acqueo presente nell'aria.

Il vapore acqueo dell'aria costituisce l'umidità, responsabile della regolazione delle perdite di liquido per evaporazione del terreno e per traspirazione della vegetazione; umidità che, però, non è la fonte diretta d’acqua per le piante, eccetto nei climi desertici, con forti sbalzi di temperatura tra il giorno e la notte, dove l'acqua del suolo deriva realmente dal vapore atmosferico. L'alta umidità dell'aria, ciò nonostante evita i rischi delle gelate, poiché il vapore frena l'irraggiamento di calore dal terreno.

L’acqua che necessita alle piante viene in buona parte dal cielo e raggiunge il terreno in varia forma come pioggia, neve, grandine o brina. Alcune di queste idrometeore sono letali alle piante, come la brina, che si forma nelle notti serene con umidità non troppo alta e calma di vento, e risulta dannosa se colpisce le colture in fiore o in uno stadio di attivo sviluppo; mentre la grandine provoca gravi alterazioni soprattutto per la violenza con cui cade.

La principale sorgente di acqua del terreno è la pioggia, ed è un fattore determinante del clima e dello sviluppo della vegetazione, che varia in relazione alla sua quantità, alla sua frequenza (data dal numero di giorni di pioggia in un anno) e alla sua distribuzione nell'arco dell'anno. La distribuzione delle piogge durante l'anno è poi fondamentale, poiché le precipitazioni della stagione vegetativa sono più importanti di quelle che cadono durante il periodo di riposo. Facendo un'analisi della distribuzione delle piogge in Italia si rileva come le piogge siano alquanto irregolari, con massimi in autunno-inverno nel meridione, e medio-alte in primavera-estate nel settentrione. Inoltre le temperature primaverili-estive del meridione sono molto elevate, e tutto ciò determina condizioni di deficienza idrica in estate ed eccesso di acqua in inverno.

La neve, invece, è una precipitazione fondamentale nei paesi settentrionali, poiché è un'efficiente protezione delle piante contro le minime temperature invernali, a causa della sua bassa conduttività calorifica (1/10 di quella del terreno minerale), è quindi un coibente termico, grazie al quale il calore accumulatosi nel terreno non si disperde nell'atmosfera: sotto la neve ci sono da 3° a 8° di temperatura in più dell'atmosfera esterna, e a 75 cm di neve la temperatura è perfino costante. La neve, inoltre, rifornisce il terreno di umidità, ed è fonte di acqua che non provoca danni, non esercitando un'azione battente sulla superficie del terreno, come fa la pioggia, sciogliendosi lentamente e infiltrandosi totalmente. Inoltre grazie al suo colore bianco riflette la radiazione solare aumentando il calore fornito alla pianta.

La neve però possiede, anche lati negativi poiché determina, per il suo elevato peso, rottura di rami di alberi o cespugli, e se la copertura nevosa si prolunga nel tempo determina l’insorgenza di malattie fungine, o forme di intossicazione per accumulo di anidride carbonica e di prodotti della respirazione e ritardo della ripresa vegetativa primaverile. Durante gli inverni caratterizzati da abbondanti nevicate, le essenze possono soffrire fino alla morte non per il gelo, ma per la carenza di sostanze nutritive che non vengono più fotosintetizzate al di sotto dello strato coperto, per questo vengono esaurite tutte le vitali riserve. Invece, se il periodo di disgelo è molto lungo, e il terreno non assorbe l’acqua facilmente, si determina una condizione di ristagno in superficie che provoca fenomeni di asfissia, rilevabili anche in profondità a livello delle radici, se il terreno al contrario, dopo abbondanti nevicate, s’imbeve eccessivamente di acqua.

Gioiamo, quindi, nei giorni piovosi come i nostri nonni, che scrutavano speranzosi il cielo alla ricerca di un segno di pioggia, perché le nostre dilette piante ne troveranno gran giovamento.

 

 

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