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Curarsi
con una tisana
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Ringraziamo la gentile lettrice Luisa per l'assiduità con cui, a quanto ci scrive, legge questa rubrica e le rispondiamo volentieri trattando delle proprietà medicinali delle piante. La fitoterapia è la scienza che studia ed applica le caratteristiche medicinali di alcune specie vegetali, che contengono sostanze capaci di guarire diverse patologie o di alleviarne le afflizione, apportando un miglioramento delle condizioni fisiche generali del paziente. Le piante erbacee che contengono i composti chimici che agiscono sull'organismo, i principi attivi, sono chiamate "officinali", nel passato "semplici". L'uso, infatti, delle piante officinali è antichissimo: i guaritori e g1i sciamani delle tribù primitive ne conoscevano le virtù, e ne trasmettevano le proprietà oralmente ai discendenti. Ma, veri studiosi della medicina naturale furono i monaci, che nei loro laboratori sperimentavano pozioni benefiche con l'uso di erbe che essi stessi coltivavano nel loro "giardino dei semplici". Tuttavia è giusto sottolineare che non solo le piante erbacee, ma anche qualche specie arbustiva o arborea (betulla, biancospino, cipresso, eucalipto) presenta grandi concentrazioni di sostanze curativi. I principi attivi, chimicamente alcaloidi, glucosidi, essenze od altro, sono localizzabili in abbondanza in organi diversi della pianta (radici, foglie, semi, corteccia); mentre la quantità presente e la qualità dipende dal clima, dal terreno di coltivazione e dall'epoca di raccolta. Un'essenza di un clima caldo secco, per esempio, risulta più medicamentosa di un'altra cresciuta in clima temperato. Così come l'epoca di raccolta migliore, detta 'tempo balsamico', è quella in cui le parti contengono una più elevata percentuale di sostanze utili. La raccolta del materiale va effettuata solo in belle giornate e durante le ore più calde; ad essa segue la preparazione per la conservazione previo essiccamento, eseguito ponendo il raccolto in un locale caldo-asciutto ed aerato, o in stufe speciali. Diversi sono i modi di utilizzare l'essiccato medicinale: i più comuni sono i decotti, le infusioni e le tisane, che adeguatamente eseguite vengono bevute; mentre i cataplasmi, gli impacchi e gli impiastri vengono deposti direttamente a contatto con le parti dolenti del corpo. Le tisane e gli infusi che interessano alla nostra lettrice, si preparano con acqua bollente versata sopra frammenti minuti dell'essiccato. La pozione così ottenuta dopo filtrazione, contiene i principi curativi spesso ad azione digestiva, corroborante o disintossicante. Come tutte le cure anche quella basata sull'uso di tisane specifiche deve svolgersi per un periodo più o meno lungo, in genere in cicli di ventuno giorni ciascuno, bevendo una tazza di tisana a digiuno al mattino e alla sera prima di coricarsi. Raccomandiamo, soprattutto, le virtù terapeutiche del biancospino (Crataegus oxyacantha), arbusto o albero appartenente alla famiglia delle Rosacee. Utilizzato per preparare marmellate e gelatine, i suoi principi attivi vengono impiegati anche nella cosmesi. Indicato per l'azione cardiotonica, sedativa ed antispasmodica, è curativo dei disturbi dell'apparato circolatorio. In questo periodo pur coperti da indumenti di lana spesso si patisce il freddo, proprio perché è cattiva la circolazione del sangue, trasportatore del calore in tutte le parti del corpo. E' possibile superare questo inconveniente bevendo due volte al giorno una tazza di tisana di biancospino ottenuta ponendo in infusione per quindici minuti 3 g di fiori in 100 g di acqua bollente. Cercare ed essiccare le essenze a carattere terapeutico non è difficile, ma l'uso sconsiderato può portare rischi, poiché alcune specie medicinali contengono sostanze che oltre una certa concentrazione le rendono tossiche o velenose. Quindi è sempre meglio ascoltare il consiglio di uno specialista, un erborista, che saprà indicare la giusta pianta e le giuste dosi per preparare ottime tisane per curare i propri malesseri. |
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