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La longevità degli alberi
di Loredana Bertolami

 

Il resoconto degli avvenimenti climatici dell’ultimo millennio è stato scritto dall’uomo, che ha lasciato nel passato documentazione scritta, come per esempio l’emozionante descrizione che fa Plinio in Vecchio dell’eruzione del Vesuvio, e nel presente documentazione visiva, con filmati e foto di grande suggestione. Il passato molto remoto, però, non ci rimane del tutto sconosciuto grazie a quelle piante che hanno la fortuna di possedere una grande longevità.

Le specie dalla lunga vita sono tutte arboree, esse portano registrato la sequenza degli avvenimenti climatici, scritta negli anelli di legno che formano il tronco. Lo spessore del tronco è, infatti, condizionato dalle condizioni meteorologiche che si sono verificate al momento della sua crescita, senza dimenticare però l’influenza di altri fattori, come l’apporto di sostanze nutritive.

Dall’esame della grandezza degli anelli di legno di specie arboree sono state datate, per esempio, stagioni particolarmente piovose o secche, poiché fra un determinato numero di anelli sottili e tutti eguali se ne rileva qualcuno particolarmente largo; il fenomeno è indice che vi è stato un anno di anormale crescita, provocata dall'abbondante ed inconsueto aumento di umidità.

I più rinomati dendrologi, gli studiosi degli alberi, hanno dimostrato, nelle ricerche effettuate sulle conifere che vivono a oltre tremila metri di altezza nelle White Mountains, in California, che il più sensibile e preciso registratore della quantità di pioggia caduta nel suo habitat, di tipo desertico, è il Pinus aristata, la cui età media è di circa cinquemila anni.

Generalmente si pensa che il fusto di un albero sia perfettamente cilindrico, e lo è se l’esemplare vive in un bosco compatto, dove protetto da ogni lato e ha il solo compito di ricercare la luce solare. In queste condizioni cresce diritto come un fuso, e gli anelli interni della sezione trasversale, perfettamente circolare, hanno uno spessore uguale lungo tutta la circonferenza. Diversamente se l'albero è isolato ed è sottoposto all'azione del vento, la crescita in spessore degli anelli del legno non è uniforme e dipende dalla direzione del vento, mentre la sezione è di forma ovale. Questa diversità di crescita del tronco, e relativa misura degli anelli, varia notevolmente tra le conifere e le latifoglie, poiché le prime riportano un maggior accrescimento nella parte posta "sottovento", mentre le latifoglie s’ispessiscono maggiormente nel lato "sopravento".

Le piante però sono capaci di fornire informazioni anche su fenomeni ben più complessi delle variazioni climatiche. Lo studio degli anelli di accrescimento del legno mostra il variare dell’attività del Sole, segnalata dall’apparizione sulla sua superficie esterna di macchie scure: lo spessore degli anelli del tronco è maggiore nei periodi di massima attività solare, e minimo nelle fasi di calma. Per esempio, per circa 70 anni l’attività del Sole ha avuto una stasi, con assenza di formazione di macchie solari, ebbene durante questo periodo gli anelli di legno si sono accresciuti con spessori regolari e costanti per tutto l’intervallo.

La longevità delle piante, oggetto di studio della scienza chiamata dendrocronologia, è rilevata con metodi del tutto diversi da quelli utilizzati per la datazione delle rocce e dei fossili, infatti, il metodo del "carbonio 14", per le piante è inutilizzabile.

Nel Guinness dei primati spetta un posto primario ad una conifera, la Cryptomeria japonica, rilevata nell'isola di Yajusima presso le coste del Giappone, che sembra possa festeggiare i 7200 anni di età, probabilmente è la pianta più vecchia del mondo. Senza dimenticare nella lista dei millenari anche un esemplare di Dracaena draco, scoperto nelle isole Canarie, e la cui nascita è stata fissata intorno a seimila anni. Tra i meno vetusti ricordiamo alberi di cipresso calvo che riportano i 4000 anni di età, di castagno di 2000 anni, di quercia di 1500 anni e di tiglio di 1000 anni.

Alla luce degli accorgimenti semplici che la Natura ha concepito per la registrazione degli avvenimenti la tecnologia moderna sembra proprio troppo complicata.

 

 

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