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La messa a dimora
di un albero

di Loredana Bertolami

 

Qualche volta si evita di piantare un albero giovane in giardino, poiché si pensa di non poter vivere abbastanza da vederlo diventare grande, tranne se si tratta di alberi a rapida crescita come abeti e larici. Eppure l'uomo può vivere tanto a lungo da poter godere della bellezza dei suoi alberi, e un alberello appena piantato può regalare subito momenti di gioia.

II periodo della formazione e della crescita più vigorosa di un albero elargisce, a chi lo osserva, la soddisfazione di vedere il germogliare delle giovani foglie, che si vengono a trovare a livello dell'occhio, mentre la trepida attesa dello sbocciare dei fiori, reca emozioni ben difficili da raccontare.

L’autunno è il momento migliore per piantare un albero a foglie caduche nelle nostre zone a clima più temperato, poiché le radici si possono sviluppare apprezzabilmente anche durante l'inverno mite, permettendo alle piante di attecchire meglio e di evitare la disidratazione dei freddi venti primaverili; mentre nelle regioni a inverni rigidi, è meglio evitare qualsiasi messa a dimora rimandandola fino all'inizio o a metà della primavera, quando il terreno non e più gelato e nemmeno troppo fradicio. I sempreverdi, invece, possono essere messi a dimora sia nel primo autunno, sia in primavera; in quest’ultimo caso, tuttavia, occorre badare che il terreno si sia sufficientemente riscaldato e che non vi sia più pericolo di venti gelidi. Per evitare l’eccessiva traspirazione delle piante sempreverdi, soprattutto di quelle con foglia a lamina espansa, è consigliabile operare una leggera potatura di alcuni rami.

Quando si sceglie un albero in vivaio occorre molta attenzione per rilevare il suo stato di salute e lo sviluppo raggiunto dagli organi, poiché talora la pianta può essere soggetta a malattie non sempre evidenti come tumori del fusto, e occorre controllare non da ultimo la forma generale della pianta.

La salute generale dell'essenza è evidenziata dall'assenza di deformazioni, da un apparato fogliare florido e da uno sviluppo regolare dell'apparato radicale, che deve essere perfetto mostrandosi compatto, formato prevalentemente da radici fascicolate superficiali provviste di un ricco capillizio che permetta una maggiore ampiezza della superficie assorbente.

Le radici delle piante, vendute in contenitore, non si devono presentare concentrate nella parte esterna, perché in tal caso presentano un fattore di debolezza della pianta, più facile preda del gelo. Inoltre le radici non devono formare spirali inconsuete, indice che i rinvasi sono stati effettuati troppo raramente; a causa di ciò il normale flusso della linfa, a piantagione avvenuta, può rendersi lento e difficoltoso, con conseguenti danni nello sviluppo generale. Per un albero in queste condizioni il trapianto è un trauma così come per gli esemplari a radici nude, per giungere a buoni risultati è bene districare le radici, liberandole dalla terra, altrimenti continueranno a svilupparsi in tondo e non riusciranno mai a espandersi bene nella nuova sede.

L'albero deve, inoltre, essere sottoposto a una potatura di formazione della chioma al fine di ottenere una crescita armonica ed equilibrata fra la porzione radicale assorbente e la porzione aerea assimilante, senza deformare il naturale portamento dell'albero.

Piantare un albero sembra semplice: basta scavare una buca e mettercelo dentro. Invece occorre preparare per tempo il terreno che deve essere lavorato profondamente così da essere aerato, concimato e corretto sia nella tessitura, sia nel valore del pH, in relazione all'essenza che accoglierà. In particolare l'aerazione deve essere svolta quando il terreno è "in tempera", cioè non è troppo umido né troppo asciutto, quindi per i terreni argillosi la preparazione dovrebbe eseguirsi in estate.

La messa a dimora di un albero in generale non è un’opera facile, richiede molta attenzione e organizzazione, ma dona molte soddisfazioni.

 

 

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