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Il linguaggio dei fiori
di Loredana Bertolami

 

Qualche volta non ci rendiamo conto di quanto facciano parte della nostra vita le piante e in particolare i fiori, il linguaggio dei fiori, infatti, spesso supera molte difficoltà d’espressione, diventando linguaggio universale che agevola ogni rapporto umano. I fiori, del resto, sono presenti nelle occasioni fondamentali della vita, dall’inizio alla fine: alla nascita le orchidee, regalate alle giovani mamme, salutano una nuova vita nel mondo; i gigli, portati dal bimbo che si presenta alla prima comunione, sono indici della sua purezza; il mazzo di fiori d’arancio è di buon augurio per la sposa, e i fiori accompagnano ogni compleanno, ogni ricorrenza di studio, una laurea, ma anche una triste dipartita. I fiori in altre parole scandiscono l’esistenza umana e rappresentano, senza l’ausilio della parola scritta, i più profondi sentimenti.

Si dice "dimostralo con un fiore", un grazie, un omaggio, un addio, delle scuse, un amore travolgente si palesano sempre e soltanto con un fiore, che diventa un’espressione, comprensibile e capace di superare ogni difficoltà. Ogni fiore, è la rappresentazione di uno dei primi esemplari di idiomi enigmatici, dai segni a volte oscuri, a volte divertenti: se il nostro intuito riuscirà a percepire l’oggetto simbolico nascosto, avremo realizzato una più profonda conoscenza dell’essere e di quella lunga storia di convivenza che unisce l’uomo alle piante.

I fiori fanno parte integrante anche del lessico quotidiano: si dice "se son rose fioriranno", per indicare qualcosa che produrrà buone nuove; o "va tutto rose e fiori", per indicare che i rapporti sono ottimi. Il vocabolario è pieno di locuzioni che ne fanno uso: tutto è "fiorente"; siamo nel "fior fiore della giovinezza", il "fiore della nazione", parlare "fiorito", ferite a "fior di pelle", parole dette a "fior di labbra" e molteplici sono gli esempi che potremmo citare.

Ma anche i colori degli oggetti spesso sono indicati facendo riferimento ai fiori, il rosa, il viola, il lillà, l’arancio, il fucsia, e ogni colore dei fiori diventa spesso un codice cifrato, con regole sottintese e significati nascosti o palesi, il rosso fuoco di una rosa, è indice di un amore passionale, il giallo di una tea manifesta la gelosia più travolgente, il bianco il candore dell’animo giovanile.

 

 Un mazzo di fiori ha dato origine nei secoli, ad un "galateo verde" anche con il contributo di miti, leggende, tradizioni e arti, dalla pittura alla poesia.

Il linguaggio dei fiori è, come si diceva, spesso elegante, ma anche impenetrabile, non tutti sanno che la Margherita è il simbolo dell’innocenza, del pensiero, della grazia, della bontà e del candore, mentre la Camelia bianca, indica l’amore materno, quella variegata l’amore fiducioso, la rosso chiaro l’inganno, la rosso scuro la speranza timida e la Camelia rosa una promessa d’amore.

Un fiore per ogni stagione, un fiore per ogni significato, da febbraio in poi spesso si trovano dai fiorai gli Anemoni, simbolo di abbandono, fragilità e purtroppo di vedovanza, è utilizzato per comporre, associato alle margherite bianche, gialle e arancione, modesti bouquet chiamati "le primavere", che richiamano alla mente l’allegria della fioritura dei campi. Il linguaggio dei fiori dissuade dal regalare mazzi di soli anemoni che, al contrario delle margherite, sono fiori dalla bellezza effimera, il cui significato di fragilità è confermato dalle sue leggende.

Nella mitologia, infatti, si racconta che la ninfa Anemone, della corte di Flora, fu contesa dal freddo Borea e dal leggiadro Zefiro, due venti antagonisti che nel competersi i suoi favori portarono scompiglio nel regno vegetale. Flora, irritata, fu costretta a punire la ninfa, decretando che la corte di Zefiro l’avrebbe fatta schiudere, mentre le impetuose carezze di Borea avrebbero disperso nell’aria ancora fredda le sue fragili corolle. Così questo fiore, del vento docile vittima, rimane simbolo della caducità delle cose e dell’abbandono.

Dice una nota pubblicità "un diamante è per sempre", forse sarebbe più opportuno dire "un fiore è per sempre", e lo dimostrano tutte le appassite corolle che talora si ritrovano tra le pagine di un libro, a ricordo di un’occasione passata.

 

 

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