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L'aglio
di Loredana Bertolami

 

Chissà quante volte ci ha fatto ridere Totò con la sua tipica invocazione napoletana contro la iettatura "Agli e favagli, fattura che non quagli. Corne e bicorne capa ‘alice e capa d’aglio", perché fin dall’antichità all’aglio si è attribuito il potere di potente amuleto e talismano, capace di respingere ogni malefico influsso, anche contro streghe e vampiri, che sarebbero tenuti lontano in particolare nel periodo del solstizio d’estate, quando secondo le tradizioni popolari si svolgerebbe il loro convegno annuale.

L’aglio è una delle piante che nei secoli è stata amata, ma al tempo stesso schernita, semplicemente perché possiede un odore acre e pungente, dovuto ad una sostanza sulforata, l’allicina. A quest’erbacea perenne, però, sono stati attribuiti poteri ben più importanti, quali la capacità di curare gli epilettici, e perfino di guarire i malati di mente. Plinio il Vecchio, ha descritto in molte pagine, con dovizia di particolari, le proprietà terapeutiche dell’aglio consigliando pozioni medicamentose: cotto con il latte, o tritato e mescolato al formaggio curava dal catarro; mescolato a zolfo e resina faceva uscire gli umori guasti dalle fistole; mentre tre teste d’aglio tritate in aceto lenivano il mal di denti.

Le notizie curiose da raccontare o le ricette sulle virtù farmaceutiche sono numerose, ma l’aglio ha realmente innumerevoli proprietà, che sono riconosciute ed apprezzate attualmente in erboristeria. Esso risulta, infatti, per la presenza di enzimi e di alcuni elementi quali iodio, zinco e selenio, indicato per i fumatori, nei quali agevola l’azione espettorante ed antibatterica delle vie aree. Non solo, difende i vasi sanguigni e soprattutto l'aorta la cui elasticità diminuisce con l'avanzare dell'età, questo per la presenza dell’allicina che opera un’attività bloccante sui trombociti, che nei soggetti ipertesi aumentano il rischio di trombosi.

La sua azione sembra esplicarsi anche nella prevenzione di tumori, come risulta dall’analisi di quelle popolazioni che hanno una dieta ad alto consumo di aglio.

Dal punto di vista botanico il genere Allium comprende 280 specie di piante bulbose, rustiche, delle quali la maggior parte si trova allo stato spontaneo nell’emisfero boreale, essendo originarie dell’Asia centrale. L’aglio, è distinto nelle specie officinali , l’Allium sativum, e nelle specie da giardino come l’Allium aflatunense, l’A. giganteum, o l’A. moly, per citarne alcune delle più belle. La specie utilizzata in cucina ha un’altezza di 60-80 cm, e produce bulbi composti da 5-10 bulbilli avvolti da una tunica comune, fiorisce a giugno formando piccoli fiori riuniti in ombrelle tondeggianti. Presenta due varietà che si distinguono per il colore della tunica, l’una a bulbo bianco ("Bianco Piacentino", "Bianco Piemontese", "Bianco Napoletano"), l’altra a bulbo rosa ("Primaticcio Rosa", "Rosa Napoletano", "Rosso di Sulmona").

Pochi sanno, però, che le specie da giardino sono tra le più ricercate, perché permettono di realizzare delle splendide composizioni, basate sulla forma geometrica delle ombrelle terminali, che sono formate da fiori di vario colore con una disposizione sorprendentemente sferica, e di grandi dimensioni, come l’infiorescenza lilla dell’Allium giganteum che raggiunge i 10-12 cm di diametro. L’infiorescenza recisa spesso si trova anche presso i fiorai più forniti, e vi assicuro che è di grande effetto ornamentale, a patto che si lascino i fusti fioriferi immersi in acqua per 24 ore, al fine di togliere l’odore pungente emanato. Non hanno molte esigenze colturali, esposizione al sole in terreni ben drenati ed uso di tutori per le specie più grandi, soprattutto se situate in zone esposte.

Plinio elogiava l’aglio anche per le proprietà afrodisiache, tritato insieme con coriandolo verde e bevuto con il vino, stimolava l’appetito sessuale, ve lo riporto, ma sinceramente non so se consigliarvi di provarlo. A voi il giudizio finale.

 

 

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