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Coltivazione delle orchidee
in appartamento

di Loredana Bertolami

 

Di solito si tende a dedicare un libro ad un parente, mentre è raro leggere la dedica di un articolo ad un amico. Oggi, permettetemi di dedicare queste poche righe ad un'amica, da poco acquisita, amante delle orchidee e con la quale mi sono intrattenuta in piacevoli conversazioni.

Non c'è al mondo fiore più affascinante e misterioso dell'orchidea, che ha evocato nei tempi il simbolo dell'armonia e della perfezione spirituale, poiché in essa vi è la materializzazione dell'aspirazione umana ad una bellezza ideale. Purtroppo, è opinione comune che le orchidee non si possano coltivare in casa, ma solo in serra. In realtà esistono diversi generi che con piccoli accorgimenti possono svilupparsi in appartamento, anche se occorrono doti da provetto giardiniere per ottenerne la fioritura

La famiglia delle Orchidaceae, che è la più vasta di tutto il regno vegetale, comprende circa 750 generi e più di 20.000 specie, originarie delle regioni calde e temperate. Numerosissime sono anche le specie ibride e le varietà sul mercato selezionate dai coltivatori. La maggior parte degli esemplari coltivati sono delle epifite, cioè crescono in natura su alberi o arbusti senza provocare loro alcuna lesione o assorbimento di sostanze nutritive; mentre le radici aeree, spesse e cilindriche, ne permettono l'ancoraggio ai sostegni naturali.

Le orchidee epifite possono essere a sviluppo monopodiale, se portano un singolo fusto di circa un metro di altezza, ricoperto di foglie per tutta la sua lunghezza, ma le orchidee più comuni sono quelle simpodiali, con molti fusti che prendono origine da un rizoma orizzontale.

La struttura abituale dei fiori è data da tepali, di questi il più basso di tutti è chiamato labello ed è sempre differente per forma e colore dagli altri. Alcune specie spontanee delle zone mediterranee, per esempio, esibiscono un labello rigonfio che assomiglia alla punta di una scarpetta, forma che ispirò i Greci a chiamare il fiore dell'orchidea col nome kosmosandalon, sandalo del mondo.

Al centro del fiore si può osservare una struttura eretta, chiamata ginandrio, che contiene gli organi riproduttivi dell'orchidea, anch'esso dalla forma particolare, che ha incuriosito molti ricercatori per la somiglianza con gli organi copulatori degli insetti pronubi specifici per l'impollinazione. I fiori, prodotti in grappoli, spighe o pannocchie hanno sia una struttura carnosa e cerosa, sia una lunga vita di tre o sei settimane, che ne permette l'uso frequente nelle composizioni floreali. Le orchidee sono piante che hanno precise esigenze in fatto di luce, temperatura ed umidità: amano la luce solare del mattino o del pomeriggio proveniente da una finestra; alcune, però, del genere Lycaste, Miltonia e Paphiopeditum non amano in particolare la luce viva estiva.

L'umidità e la temperatura richiesta devono essere elevate per ottenerne la fioritura, mentre bisogna tenere sotto controllo l'irrigazione, che deve essere moderata e calibrata in base al substrato di coltivazione che deve essere molto poroso e lasciare passare l'acqua: orchidee coltivate su fibra di osmunda richiedono più frequenti irrorazioni non prima che l'acqua presente si sia esaurita del tutto. Particolare attenzione si deve avere per il tipo di terriccio da vaso utilizzato, di solito per le orchidee epifite è preferibile un substrato formato da due parti di fibra di osmunda o di corteccia finemente frantumata e di una parte di sfagno. Alcune miscele preparate acquisibili nei negozi specializzati hanno anche in composizione anche un pizzico di farina d'ossa, che aumenta il valore nutritivo e la durata.

Regalare o ricevere in dono un'orchidea è certamente una grande emozione per tutte noi donne, ma lo è ancor di più riuscire ad ottenerne una fioritura in appartamento, tentare non nuoce.

 

 

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